IVIE: come funziona la tassazione immobili all’estero e calcolo aliquota

Come funziona la tassazione di beni immobili all'estero IVIE

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Hai una casa in Spagna? O un appartamento negli Stati Uniti? Oltre ad avere fortuna, sappi che hai anche una tassa da pagare: la tassazione degli immobili all’estero segue infatti una disciplina specifica, ovvero l’IVIE (Imposta sul Valore degli Immobili situati all’Estero).

Se ti stai chiedendo anche come funziona l’IVAFE, ovvero la tassazione dei conti correnti esteri, abbiamo già realizzato un articolo dedicato: IVAFE: come funziona la tassazione conti correnti esteri e calcolo aliquota.

In questo articolo ci concentriamo invece su come funziona l’IVIE, come si calcola l’aliquota e in quali casi è obbligatorio pagarla.

 

Cos’è l’IVIE e chi deve pagarla?

L’IVIE è una imposta che l’Agenzia delle Entrate applica sugli immobili a qualsiasi titolo: sia alle seconde case di vacanza, sia agli immobili dati in affitto, sia agli investimenti immobiliari.

Non importa, quindi, se l’immobile produce reddito o meno: l’IVIE va comunque dichiarata e versata.

 

Tassazione immobili all’estero: come si calcola l’aliquota IVIE

Il calcolo dell’IVIE dipende dal Paese in cui si trova l’immobile e dal valore che bisogna prendere come riferimento. Non esiste infatti un criterio unico, ma delle regole diverse stabilite dall’Agenzia delle Entrate (Circolare n. 28/E del 2 luglio 2012):

  • per immobili in Paesi UE o SEE (Spazio Economico Europeo, come Norvegia e Islanda) il valore da considerare è prima di tutto quello catastale utilizzato dallo Stato estero per le imposte locali.
    Se non esiste un valore catastale, si guarda al costo di acquisto riportato nell’atto. In assenza anche di questo dato, si prende come riferimento il valore di mercato dell’immobile nel luogo in cui si trova;
  • per immobili in Paesi extra UE/SEE non c’è l’opzione catastale: si considera il costo di acquisto riportato nei documenti ufficiali (atti o contratti) o, se non disponibile, il valore di mercato.

L’aliquota ordinaria dell’IVIE è pari all’1,06% e si applica al valore così determinato, tenendo conto della quota di possesso e dei mesi effettivi dell’anno in cui hai avuto l’immobile.

Esistono, però, dei casi in cui l’IVIE può essere ridotta o addirittura azzerata.

 

IVIE: esenzioni, riduzioni e casi particolari

La normativa prevede alcuni casi specifici che possono alleggerire la tassazione degli immobili all’estero:

  • innanzitutto, esiste una soglia di esenzione: se l’importo complessivo dell’imposta non supera i 200 euro, non sei tenuto a versarla;
  • per le abitazioni principali situate all’estero (quelle che in Italia sarebbero classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9) l’aliquota scende allo 0,4%. In più, puoi applicare una detrazione fissa di €200, da ripartire tra i proprietari in base alle rispettive quote;
  • infine, dall’IVIE puoi dedurre le imposte patrimoniali già pagate nello Stato estero in cui si trova l’immobile, così da evitare una doppia tassazione.

 

Tassazione immobili all’estero e dichiarazione nel quadro RW

Come per i conti correnti esteri e le attività finanziarie all’estero, anche la tassazione degli immobili e delle attività patrimoniali all’estero passa dal quadro RW della Dichiarazione dei redditi. In questo quadro vanno riportati i dati dell’immobile:

  • localizzazione (Paese, città, indirizzo);
  • valore imponibile (catastale, costo d’acquisto o di mercato);
  • quota di possesso.

Attenzione! Anche chi possiede solo una quota di immobile deve comunque dichiararla, rapportando l’imposta alla percentuale di possesso.

Il pagamento avviene tramite modello F24 con i codici tributo dedicati all’IVIE, insieme alle altre imposte derivanti dalla dichiarazione.

Dal 2024 c’è un importante novità: anche per chi fa il 730 è previsto il quadro W e quindi non sei più costretto a presentare anche il Modello Unico.

La tassazione degli immobili all’estero, come tutto ciò che riguarda la fiscalità, richiede attenzione: non mettersi in regola può costare caro in termini di sanzioni.

Le sanzioni per omessa compilazione del quadro RW sono molto alte e prevedono:

  • una sanzione amministrativa pecuniaria dal 3% al 15% dell’ammontare degli importi non dichiarati;
  • una sanzione raddoppiata (dal 6% al 30%) se l’omissione riguarda attività detenute in Stati o territori a regime fiscale privilegiato (Paesi black list);
  • una sanzione fissa di €258 se la dichiarazione viene presentata entro 90 giorni dal termine.

Se però ti accorgi dell’errore in tempo, puoi utilizzare il ravvedimento operoso, uno strumento che permette di regolarizzare spontaneamente la situazione con sanzioni ridotte, purché non siano già partite verifiche o controlli. Ne parliamo meglio nell’articolo dedicato: Ravvedimento operoso 2024: cos’è, come funziona e calcolo

Noi, comunque, consigliamo sempre di affidarsi a un professionista per rispettare scadenze e obblighi, vivendo la propria fiscalità in modo più leggero.

 

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