Stai per diventare un consulente informatico e vuoi aprire la tua partita IVA? Oppure svolgi già questa attività come dipendente, ma vorresti prendere altri progetti e hai sentito parlare del regime forfettario? Oggi ti spiegheremo tutto ciò che devi sapere sul mondo della partita IVA da libero professionista: come accedere al regime forfettario, quale codice ATECO scegliere e quante tasse e contributi dovrai versare.
Conviene la partita iva forfettaria per un consulente informatico?
Il regime forfettario rappresenta una scelta vantaggiosa per molti professionisti perché questo regime è caratterizzato da una contabilità e tassazione semplificata.
A differenza dell’IRPEF che è a scaglioni, dove più si guadagna più tasse si pagano, nel regime forfettario l’aliquota dell’imposta sostitutiva è unica e non aumenta ed è sempre del 15%, oppure per i primi 5 anni di attività questa è ridotta addirittura al 5%.
Esistono altri vantaggi, come la gestione contabile e fiscale semplificata, e la possibilità di offrire prezzi più competitivi grazie all’assenza dell’IVA.
Puoi approfondire leggendo il nostro articolo > Vantaggi del regime forfettario: ecco quando conviene.
Tieni conto però che puoi operare con la tua partita IVA in regime forfettario, a condizione che consegui ricavi o compensi inferiori a 85.000 euro all’anno e hai corrisposto meno di 20.000 euro lordi a collaboratori e dipendenti (nel caso li avessi).
Per accedere a questo regime agevolato bisogna rispettare alcuni requisiti. Vediamoli.
Requisiti per accedere al regime forfettario
Per accedere al regime forfettario sono previsti requisiti che devi rispettare:
- il tuo reddito percepito da lavoro dipendente, pensione o redditi assimilati, deve essere uguale o inferiore a 35.000 euro lordi nell’anno precedente, oppure la cessazione del rapporto lavorativo deve essere avvenuta entro il 31 dicembre 2024;
- devi possedere la residenza fiscale in Italia, oppure la residenza in uno stato membro UE o in uno stato aderente all’Accordo Spazio Economico europeo a condizione che il reddito prodotto in Italia sia almeno il 75% del reddito complessivamente prodotto;
- non devi essere socio di una società di persone (sas o snc), associazione professionale o impresa familiare;
- non devi possedere quote di maggioranza e non avere controllo indiretto di una r.l. che opera nel tuo stesso settore;
Ricordati anche, se desideri continuare a collaborare con il tuo datore di lavoro attuale o precedente e operare con il regime fiscale forfettario, non potrai fatturare prevalentemente (più del 50%) a favore di quel datore di lavoro per il quale hai lavorato negli ultimi 2 anni.
Consulente informatico: lavoro dipendente e partita iva
Se lavori già come dipendente e intendi avviare un’attività come consulente informatico, ma non sei ancora pronto a dare le dimissioni, puoi aprire una partita IVA in regime forfettario e rimanere dipendente.
Ma attenzione! Questa possibilità non è sempre garantita: bisogna fare una distinzione tra dipendente pubblico e privato.
Scopri subito se puoi aprire partita IVA forfettaria e continuare ad essere dipendente > Forfettario e lavoro dipendente: possibile?
Inquadramento e codice ATECO consulente informatico
Quando si apre la partita IVA, occorre scegliere il codice ATECO (codice attività) adatto. È un codice che identifica la tua attività, ma è indispensabile anche per calcolare il tuo reddito imponibile nel regime forfettario e sapere quante tasse devi pagare, poiché determina il tuo coefficiente di redditività.
Per un consulente informatico è previsto il codice ATECO dedicato:
- 62.02.00– Consulenza nel settore delle tecnologie dell’informatica
Se, invece, ti occupi dello sviluppo del codice dovresti considerare un codice ATECO da sviluppatore.
Per quanto riguarda l’inquadramento previdenziale, dovrai iscriverti alla Gestione Separata INPS, e versare i contributi richiesti, di cui parleremo più avanti.
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Partita IVA consulente informatico in regime forfettario: tasse e contributi
Tra le spese principali che un consulente informatico dovrà affrontare per gestire la partita IVA in regime forfettario ci sono le imposte, i contributi e i costi per la gestione della partita iva a livello contabile e fiscale. Ma non preoccuparti, scoprirai che non è così complesso e oneroso come potrebbe sembrare 😉
Calcolo tasse regime forfettario consulenza informatica
Come funziona questa tassazione semplificata prevista per il regime forfettario?
Si tratta di un’unica imposta sostitutiva, pari al 15% o addirittura ridotta al 5% per i primi 5 anni dell’attività per agevolare e aiutare coloro che costruiscono da zero un’attività.
Quindi, se hai già svolto il lavoro di consulente informatico, anche da dipendente, oppure hai già avuto la partita iva negli ultimi 3 anni partirai subito con l’aliquota al 15%.
Vuoi sapere se possiedi i requisiti per accedere all’aliquota del 5%? Leggi il nostro articolo > Imposta sostitutiva forfettari: aliquota 5 per cento come funziona?
Questa aliquota si applica sul reddito imponibile. Ma come viene stabilito questo “imponibile”?
Come abbiamo già detto, nel regime forfettario il reddito imponibile viene determinato dal coefficiente di redditività, che a sua volta viene definito dal tuo codice ATECO.
Il coefficiente di redditività previsto dal codice ATECO 62.02.00 è pari al 67%. Questo significa che verrà tassato il 67% del tuo fatturato, il restante 33% verrà considerato come spese per svolgere la tua attività e, di conseguenza, non sarà soggetto a tassazione.
Contributi Gestione Separata per consulente informatico con partita IVA
Se svolgi attività di consulente informatico, per versare i contributi che ti assicurano la tua futura pensione dovrai iscriverti alla Gestione Separata INPS. Questo rappresenta un vantaggio, poiché con questa modalità contributiva nel 2024 dovrai versare il 26,07% sul reddito imponibile, senza obbligo di pagare quote fisse. Ciò significa, se ti capita di non fatturare nulla, non dovrai versare né tasse né contributi.
Forse non lo sai, ma se sei allo stesso tempo dipendente, l’aliquota da applicare può essere ridotta al 24 %.
Guadagno netto di un consulente informatico con partita iva in regime forfettario
Per darti un’idea su quanto ti rimane in tasca dopo il versamento delle tasse e contributi, facciamo un esempio semplicissimo.
Immaginiamo che hai emesso una fattura di 1000 euro, sei al primo anno della tua attività di consulente informatico e hai l’aliquota del 5%.
1000 x 67% (coefficiente di redditività) = 670 euro è il tuo reddito imponibile.
670 x 5% (aliquota imposta sostitutiva) = 33,50 euro sono le tasse che dovrai versare su questa somma
670 x 26,07% (aliquota contributi Gestione Separata INPS) = 174,67 euro sono i contributi INPS che dovrai versare su questa somma.
Il guadagno netto sarà:
1000 euro – 33,50 euro – 174,67 euro = 791,83 euro
Non è male questo regime forfettario, vero?
Leggi anche: Calcolo acconti e saldo Regime Forfettario: scadenze ed esempi
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