Maternità con partita iva in regime forfettario per le libere professioniste con cassa privata

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Sei una psicologa, una medica, una biologa o un’avvocata e ti stai chiedendo come funziona la maternità con partita iva in regime forfettario? Sei nel posto giusto: in questo articolo ti spieghiamo in modo semplice e aggiornato a chi spetta l’indennità di maternità, quando fare domanda e gli importi previsti per le libere professioniste iscritte a una cassa previdenziale privata.

Sei una libera professionista iscritta alla Gestione separata INPS (quindi non hai una cassa previdenziale privata)? C’è un approfondimento dedicato a te: leggi il nostro articolo Maternità per Libere Professioniste in Gestione Separata INPS.

Se, invece, sei un’artigiana o una commerciante e ti sei persa l’articolo che riguarda come funziona la maternità nel tuo caso, puoi trovarlo qui: Maternità partita Iva regime forfettario: guida per Commercianti e Artigiane.

 

Come funziona la maternità per le casse private?

Le libere professioniste con partita iva in regime forfettario e iscritte a una cassa privata (ENPAP, ENPAM, Inarcassa, Cassa Forense, ecc.) hanno diritto a un’indennità di maternità, che deve essere erogata direttamente dalla cassa di previdenza a cui la professionista è iscritta.

Come per libere professioniste iscritte alla Gestione separata INPS, anche nelle casse di previdenza private l’indennità spetta per 5 mesi, che possono essere così suddivisi:

  • 2 mesi prima del parto e 3 mesi dopo la data effettiva del parto;
  • 5 mesi dopo la data effettiva del parto.

Da sapere: per le lavoratrici autonome l’indennità di maternità è dovuta senza obbligo di astensione dall’attività lavorativa. È possibile, cioè, continuare a esercitare la propria attività pur richiedendo l’indennità.

È inoltre importante ricordare che l’indennità di maternità spetta non solo alle libere professioniste che stanno per partorire o hanno partorito, ma anche per coloro che stanno per adottare o hanno adottato oppure coloro che hanno subìto un aborto spontaneo o terapeutico. In questi ultimi due casi, le tempistiche e le modalità cambiano da cassa a cassa.

 

Come si calcola l’indennità di maternità con partita iva e tempistiche

L’indennità di maternità viene calcolata sull’80% del reddito professionale dichiarato nell’anno precedente al parto nel modello Redditi Persone Fisiche, rapportato a un periodo di cinque mesi: si tratta cioè di 5/12 dell’80% del reddito annuo.

Facciamo un esempio per chiarire cosa si intende per “reddito dichiarato nell’anno precedente al parto”: se presenti la richiesta di indennità di maternità per una nascita avvenuta nell’anno 2025, il calcolo sarà effettuato sul tuo reddito netto professionale prodotto nel 2023 e dichiarato nel 2024.

Se i compensi sono molto bassi, nella maggior parte dei casi è comunque garantita una soglia minima: in questo caso l’indennità viene calcolata sull’80% di cinque mesi del salario minimo giornaliero previsto per gli impiegati, così da assicurare un trattamento di base anche alle professioniste con fatturati ridotti.

La domanda va presentata online sul sito della propria cassa di riferimento dal settimo mese di gravidanza e comunque entro 180 giorni dal parto.

Ogni cassa può prevedere modalità operative e importi differenti: vediamoli insieme nel dettaglio.

 

Come funziona la maternità con partita iva per ENPAP

Per l’anno 2025, gli importi previsti per le psicologhe iscritte all’ENPAP sono:

  • un minimo di €5.961,28;
  • un massimo di €29.806,40, corrispondente a cinque volte il minimale.

Da sapere:

  • se ti iscrivi all’ENPAP mentre sei già nel periodo di maternità (durante i 5 mesi indennizzabili), l’indennità ti verrà riconosciuta solo per i giorni successivi alla data di iscrizione;
  • non puoi percepire l’indennità ENPAP se nello stesso periodo sei già tutelata dall’INPS come dipendente a tempo pieno o come lavoratrice autonoma iscritta ad altre gestioni;
  • se sei dipendente part-time e l’indennità INPS che ricevi è più bassa del minimo garantito ENPAP, puoi chiedere all’ENPAP di integrare la somma fino a raggiungere il minimo previsto.

 

Come funziona la maternità con partita iva per ENPAM

Per ENPAM, hanno diritto all’indennità di maternità tutte le professioniste iscritte all’Ordine dei Medici e Odontoiatri, purché non abbiano già altre tutele, le iscritte al corso di formazione in Medicina generale e le specializzande, nei casi non già coperti dalla borsa di specializzazione (ad esempio se il bambino nasce a corso terminato o dopo 12 mesi già fruiti per maternità/malattia).

Per quanto riguarda gli importi, per il 2025 è previsto:

  • un minimo garantito di €5.961,60 anche se non si hanno redditi;
  • un importo massimo di €29.808.

Da sapere: se nel secondo anno precedente la nascita il reddito complessivo (non solo professionale) è stato inferiore a €9.354,45, la maternità viene prolungata di altri 3 mesi, arrivando così a 8 mesi di copertura. Non serve fare domanda: l’ENPAM controlla automaticamente i dati tramite l’anagrafe tributaria.

 

Come funziona per ENPAPI

Anche se la libera professionista dichiara un reddito pari a zero (o addirittura negativo), l’ENPAPI riconosce comunque un’indennità minima.

In questo caso viene garantito un importo pari a cinque mensilità calcolate sull’80% del salario minimo giornaliero stabilito dalla legge.

Da sapere: se oltre alla libera professione sei anche dipendente part-time, puoi comunque ricevere l’indennità ENPAPI. In questo caso l’Ente ti verserà solo la quota differenziale, cioè la differenza tra l’indennità che già percepisci come dipendente e quella a cui avresti avuto diritto dall’ENPAPI.

 

Come funziona per CASSA FORENSE

Per le professioniste con partita iva iscritte a Cassa Forense è prevista:

  • una indennità minima che non può scendere sotto l’importo stabilito ogni anno dall’INPS come riferimento (quindi garantita anche a chi ha redditi bassi);
  • una indennità massima, che non può superare 5 volte l’importo minimo.

Da sapere: se il reddito complessivo dichiarato nell’anno precedente la maternità è inferiore a €9.354 (valore rivalutato al 2025), vengono riconosciute ulteriori 3 mensilità di indennità, subito dopo i 5 mesi ordinari.

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Come funziona la maternità con partita iva ENPAV

Per le libere professioniste veterinarie, ENPAV ha stabilito nel 2025:

  • un minimo garantito a €5.961,80;
  • un massimo di €29.806,40.

Da sapere: anche ENPAV prevede che, se il reddito complessivo dichiarato nell’anno precedente l’inizio della maternità è inferiore a €9.354,46 (stabilito nel 2025), l’indennità si prolunga di altri 3 mesi.

 

Come funziona per ENPAF

Nel 2025 ENPAF ha stabilito un importo totale di €4.958,20.

Da sapere: in caso di interruzione di gravidanza tra il terzo mese ed entro il compimento del sesto mese, spetta un’indennità pari a una sola mensilità.

 

Come funziona per ENPAB

Per le iscritte all’ENPAB, l’indennità di maternità è garantita anche nei casi di reddito molto basso o pari a zero. È previsto un importo minimo e un massimo:

  • l’importo minimo non può essere inferiore a cinque mensilità calcolate sull’80% del salario minimo giornaliero stabilito per legge;
  • per l’importo massimo l’indennità non può superare cinque volte l’importo minimo garantito.

Da sapere: se la professionista lavora anche come dipendente part-time, ENPAB integra l’indennità già percepita fino a raggiungere il minimo previsto dall’Ente. In questo modo, l’ENPAB assicura sempre una tutela di base, indipendentemente dal reddito prodotto nell’anno precedente.

 

Come funziona la maternità con partita iva per INARCASSA

Gli importi minimi e massimi stabiliti da Inarcassa per il 2025 sono:

  • indennità minima fissata a €5.961,00;
  • indennità massima fissata a €29.805,00.

Da sapere: se l’iscrizione alla cassa non abbraccia l’intero periodo indennizzabile — ad esempio perché la professionista si è iscritta da poco — l’importo (anche quello minimo) non viene riconosciuto per intero, ma ridotto in proporzione ai giorni effettivi di iscrizione e contribuzione.

 

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