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Partita iva architetto: come aprirla, tasse, contributi Inarcassa e regime forfettario

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Architetto partita iva regime forfettario

Sei un architetto e stai pensando di aprire la partita iva ma non sai come funziona il labirintesco mondo della fiscalità? In questo articolo scoprirai se il regime forfettario fa al caso tuo, quante tasse ti toccherà pagare e quali contributi dovrai versare ad Inarcassa.  

Ti sveleremo, inoltre, come aprire la partita iva da architetto in regime forfettario e quali costi dovrai sostenere. 

 

Regime forfettario architetti: sì o no? 

Aprire la partita iva può rappresentare un passo importante per un architetto poiché offre numerosi vantaggi sia dal punto di vista economico che professionale. 

Innanzitutto, avere la partita iva garantisce maggiore flessibilità e autonomia nella gestione del proprio lavoro. Avrai la possibilità di scegliere i clienti e di organizzare il tuo orario lavorativo in modo più libero rispetto al lavoro da dipendente. Come libero professionista, potrai negoziare i compensi, offrire servizi specializzati, e spesso ottenere ricavi più alti. 

Il regime forfettario rende tutto ancora più conveniente, soprattutto se sei all’inizio della tua carriera di architetto. Questo regime fiscale offre tanti vantaggi come una tassazione agevolata (con un’unica imposta sostitutiva del 15% o addirittura del 5% sul reddito imponibile per i primi 5 anni dell’attività), la gestione contabile e fiscale semplificata e l’assenza dell’IVA che ti permette di offrire prezzi più competitivi ai tuoi clienti. 

Puoi approfondire leggendo il nostro articolo > Vantaggi del regime forfettario: ecco quando conviene. 

 

Requisiti per accedere al regime forfettario 

Senza dubbio, il requisito più importante per un architetto che vuole operare in regime forfettario è il limite di fatturato incassato che non deve superare 85.000 euro all’anno. 

Bisogna, inoltre, rispettare i seguenti requisiti: 

  • il tuo reddito da lavoro dipendente, pensione o redditi assimilati,deve essere uguale o inferiore a 30.000 euro lordi nell’anno precedente, oppure la cessazione del rapporto lavorativo deve essere avvenuta entro il 31 dicembre 2023; 
  • devi possedere la residenza fiscale in Italia, oppure la residenza in uno stato membro UE o in uno stato aderente all’Accordo Spazio Economico europeo a condizione che il reddito prodotto in Italia sia almeno il 75% del reddito complessivamente prodotto;  
  • non devi essere socio di una società di persone (sas o snc), associazione professionale o impresa familiare;  
  • non devi svolgere l’attività per la quale è già stato adottato un regime speciale iva (agricoltura, monopoli di stato, agenzie di viaggi, vendite di beni usati);  
  • non devi possedere più del 50% delle quote e non devi svolgere il ruolo di amministratore in una srl che opera nel tuo stesso settore; 
  • non dovrai fatturare più del 50% al tuo datore di lavoro o ex datore (per il quale hai lavorato dei due anni precedenti). 

 

Ti stai chiedendo se è possibile mantenere il tuo lavoro dipendente e contemporaneamente avere una partita IVA forfettaria? Allora devi leggere il nostro articolo dedicato Novità regime forfettario: nuove soglie e requisiti. 

 

Inquadramento e codice ATECO per architetti 

L’inquadramento e il codice ATECO (codice attività) sono le fondamenta della tua partita iva. Da questi dipendono i contributi che dovrai versare e l’ammontare delle tasse che dovrai pagare. Un singolo errore potrebbe causarti danni economici e sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Per fare la scelta corretta e lavorare tranquillamente, consigliamo di affidarti a un esperto fiscale, come noi di Quickfisco. 

Essendo iscritto all’Albo professionale, verrai inquadrato come libero professionista con cassa. Dovrai iscriverti ad Inarcassa, Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti e, versare i relativi contributi (ne parleremo tra poco). 

Attenzione però, se sei assoggettato ad altra forma di previdenza obbligatoria (ad esempio, sei anche un lavoratore dipendente) non devi iscriverti ad Inarcassa, ma in Gestione Separata INPS. In questo caso dovrai comunque versare il solo contributo integrativo alla cassa.  

Il Codice ATECO invece è un codice che permette di identificare l’attività che svolgi all’Agenzia delle Entrate. Questo sarà fondamentale per il calcolo delle tasse, anche questo ti spiegheremo tra poco. 

Per ora ti basta sapere che il codice ATECO per gli architetti è 71.11.00 – Attività degli studi di architettura. Per fortuna non c’è molta scelta, quindi puoi andare a colpo sicuro. Sia che tu voglia aprire uno studio professionale o lavorare da freelance, il codice ATECO è sempre lo stesso. 

Architetto partita iva banner

 

Regime forfettario architetti: tasse, contributi e costi di commercialista 

Tra i costi principali che un architetto dovrà sostenere per gestire la partita iva in regime forfettario ci sono le tasse, i contributi e spese per la gestione della partita iva a livello contabile e fiscale. Ma non ti spaventare, vedrai che non è così complicato e oneroso come sembra 😉  

 

Contributi per architetti con partita iva 

I contributi rappresentano i versamenti obbligatori per tutti coloro che hanno la partita iva (anche in regime forfettario), per garantirti una futura pensione. I contributi finanzieranno anche servizi come la maternità, la malattia e il funzionamento dell’Ente di previdenza. Come abbiamo già detto prima, dovrai versare i contributi o all’Inarcassa, o in Gestione Separata INPS (in casi specifici). Vediamo a quanto ammontano a seconda della tua specifica casistica. 

 

Contributi Inarcassa per architetti

L’Inarcassa, la cassa di previdenza per architetti che operano come liberi professionisti con partita iva, prevede il versamento di tre contributi obbligatori e uno facoltativo. Vediamo quali sono:  

  1. Contributo soggettivo, pari al 14,5% del reddito netto sino a 131.100 € per il reddito 2023 da dichiarare nel 2024. È comunque previsto un contributo minimo (una quota fissa prevista che dovrai versare anche in assenza di guadagno) che varia ogni anno in base all’indice annuale ISTAT. Per il 2024 è di 2.695 €. Il contributo soggettivo può essere ridotto, soprattutto per gli iscritti che hanno meno di 35 anni.

L’ammontare di questo contributo può essere dedotto per intero, ovvero scaricato, per abbassare il tuo reddito imponibile e pagare meno tasse. 

  1. Contributo soggettivo facoltativo. Si tratta di una contribuzione volontaria che ti offre la possibilità di incrementare il montante contributivo e conseguentemente l’ammontare della tua futura pensione.

L’importo che potrai versare viene calcolato in base ad un’aliquota modulare compresa tra l’1% e l’8,5%, applicata sul reddito netto. Non può essere inferiore a 245 € o superiore a 12.125 € all’anno. 

Anche il contributo facoltativo può essere dedotto ai fini fiscali. 

  1. Contributo integrativo, pari al 4% del volume di affari IVA prodotto nell’anno solare, al netto delle fatture emesse relative a prestazioni estere. Anche in questo caso è previsto un minimo pari a 815 € annui. Questo contributo si applica come maggiorazione del corrispettivo lordo e può essere inserito in fattura al cliente come rivalsa. ATTENZIONE, l’ammontare di questo contributo NON FA REDDITO e non viene tassato.
  2. Contributo di maternità, questo contributo è destinato alla copertura dell’indennità di maternità erogata a favore delle libere professioniste iscritte all’ente previdenziale e viene determinato annualmente. Per il 2024, si tratta di una quota fissa di 72 €. Puoi dedurre anche questo contributo.

 

Contributi per architetti iscritti in Gestione Separata INPS 

Se sei invece un architetto, che per specifiche ragioni, è iscritto in Gestione Separata INPS, l’ammontare dei tuoi contributi sarà del 26,07% del tuo reddito imponibile (l’aliquota prevista per il 2024), senza un minimo fisso. Ciò significa che, se non hai fatturato nulla, non dovrai versare i contributi previdenziali INPS.  

In ogni caso, sarai tenut* a versare il contributo integrativo all’Inarcassa rappresentato da una maggiorazione del 4%, ripetibile nei confronti del committente, su tutti i corrispettivi che rientrano nel volume di affari professionale IVA. 

 

Quanto paga di tasse un architetto con p.iva forfettaria? 

Con la partita iva in regime forfettario, puoi dimenticare gli scaglioni IRPEF, addizionali regionali e comunali e IRAP. Come già accennato, si applica un’unica imposta sostitutiva indipendentemente dai tuoi ricavi. 

Questa imposta è pari al 15% sul tuo reddito imponibile che si riduce fino al 5% per i primi 5 anni se non hai mai svolto l’attività di architetto prima… attenzione, anche da dipendente. 

Ma come si determina il tuo reddito imponibile? Attenzione: NON devi calcolare la differenza tra i tuoi ricavi e spese ma applicare il coefficiente di redditività determinato dal tuo codice ATECO. 

Per architetti con il codice ATECO 71.11.00 il coefficiente di redditività è pari al 78%. Questo significa che verrà tassato solamente il 78% di ciò che fatturi, e il restante 22% verrà considerato come spese per svolgere la tua attività da architetto e, di conseguenza, non verrà tassato. 

Infine, ricordati che con la partita iva in regime forfettario non puoi dedurre/scaricare alcuna spesa, tranne i contributi previdenziali versati l’anno precedente. 

 

Come si calcolano le tasse? 

Allora, immaginiamo che quest’anno tu abbia aperto la partita iva da architetto (attività mai svolta prima) e abbia fatturato 30.000 euro. 

30.000 x 78% (coefficiente di redditività per architetti in regime forfettario) = 23.400 € (il reddito imponibile) 

23.400 € x 5% (imposta sostitutiva prevista per i 5 primi anni della tua attività) = 1.170 € (l’ammontare delle tasse) 

Su 30.000 € del fatturato, solamente 1.170 € di tasse. Non male questo regime forfettario, vero? 

In questo caso non scarichi nulla, perché si tratta del tuo primo anno e non hai ancora versato i contributi. 

Ah, ovviamente, se fatturi zero con la tua partita iva forfettaria non dovrai preoccuparti di pagare alcuna tassa. 

 

Costi commercialista per gestire la partita iva in regime forfettario 

Come avevamo già accennato prima, uno dei vantaggi del regime forfettario è la gestione contabile e fiscale semplificata. Infatti, le attività che andranno svolte saranno minori e questo può portarti a risparmiare sul costo del commercialista. Se decidi di rivolgerti ad un commercialista tradizionale, il costo si aggira attorno a 600-1000 euro all’anno, compreso il servizio di predisposizione della Dichiarazione dei Redditi.  

Esiste, però, un’alternativa più innovativa e spesso più conveniente: il commercialista digitale.
Offre tutti i servizi necessari per la gestione della partita iva in regime forfettario, con il supporto di un commercialista specializzato e l’accesso ad una piattaforma completa per la gestione della partita iva. 

Il costo dell’abbonamento di questi servizi innovativi si aggira attorno a 250-600 euro all’anno. 

Un esempio? Quickfisco. 

Noi siamo un commercialista online e intermediario fiscale abilitato dall’Agenzia delle Entrate, ovvero un commercialista vero e proprio che oltre ai servizi tradizionali, come la predisposizione della tua Dichiarazione dei Redditi e modelli F24 per pagare le tasse, offre una piattaforma online disponibile sia da web che da smartphone con molti servizi utili, come ad esempio lo strumento di fatturazione elettronica ILLIMITATA (obbligatoria per tutti i forfettari), previsionale tasse e contributi, calcolatore dal lordo a netto e tanto altro.  

Il nostro abbonamento ha un prezzo di soli 199 € + iva all’anno, senza vincolo di rinnovo automatico.  

Puoi prenotare la chiamata di orientamento gratuita > cliccando qui 

Se, invece, vuoi dare un’occhiata alla nostra piattaforma, puoi accedere alla nostra DEMO gratis per 7 giorni. In questo modo non acquisterai a scatola chiusa 😉  

 

Come aprire partita iva architetto e quanto costa 

Il processo di apertura della partita iva per architetto è abbastanza semplice e non richiede spese di alcun tipo per la lavorazione delle pratiche: basta compilare il Modello AA9/12 e trasmetterlo all’Agenzia delle Entrate allegando i seguenti documenti: 

  • carta d’identità 
  • tessera sanitaria 
  • documento che conferma l’iscrizione all’Albo professionale 

Bisogna prestare molta attenzione durante la compilazione del modulo, pertanto, è sempre meglio rivolgersi a specialisti qualificati per evitare errori e problemi. 

Noi di Quickfisco apriamo GRATIS la tua partita iva e completamente online in pochi giorni ai nostri clienti abbonati. L’abbonamento annuale a 199€ + iva all’anno comprende:  

  • consulenza fiscale dedicata 
  • Dichiarazione dei Redditi relativa all’anno d’imposta d’iscrizione e predisposizione dei modelli F24 per pagare le tasse 
  • piattaforma online per tanti tool utili per gestire la tua fiscalità, come anagrafiche clienti, fatturazione elettronica illimitata, previsionale tasse e contributi 
  • servizio clienti reattivo via WhatsApp. 

 

Vuoi saperne di più? Prenota una consulenza orientativa gratuita con uno dei nostri esperti fiscali. 

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