Per la maggior parte dei veterinari l’apertura della partita IVA è quasi un passaggio obbligato. Se sei un veterinario e non percepisci redditi da lavoratore dipendente presso una clinica o all’interno dell’ambulatorio veterinario di un altro professionista, allora molto probabilmente toccherà aprire la partita IVA anche a te!
Ecco una mini-guida contente le informazioni che ti saranno necessarie per aprire la partita IVA forfettaria.
Il codice ATECO corretto per la professione del veterinario con partita IVA
Il codice ATECO associato alla professione del veterinario è il:
75.00.00 – Servizi veterinari
In dettaglio, questo codice identifica tutte le attività che riguardano:
- Cura e controllo della salute del bestiame.
- Cura e controllo della salute degli animali da compagnia.
- Attività svolte da veterinari qualificati in cliniche veterinarie o presso fattorie, canili o ricoveri per animali, ambulatori veterinari o altro.
- Attività di assistenti veterinari o personale veterinario ausiliario.
- Attività cliniche e altre attività diagnostiche relative agli animali.
- Servizi di ambulanza veterinaria.
Imposta sostitutiva, contributi previdenziali e coefficiente di redditività
Per la professione del veterinario è prevista l’iscrizione obbligatoria all’ENPAV l’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per Veterinari.
Oltre all’imposta sostitutiva con aliquota fissa al 5% o al 15%, quindi, scegliendo di aderire al regime forfettario dovrai pagare anche i contributi previdenziali all’ENPAV. Per sapere l’ammontare preciso dei contributi previdenziali, ti consigliamo di visitare direttamente il sito dell’ENPAV, poiché variano a seconda della propria situazione.
Il coefficiente di redditività, ossia la percentuale da applicare ai ricavi dell’anno in modo da ottenere la base imponibile su cui versare le tasse, è del 78%.
Quante tasse paga un veterinario?
Facciamo un esempio concreto.
I tuoi ricavi dell’anno sono: 50.000 euro.
Ai tuoi ricavi applichiamo il coefficiente di redditività del 78%. Otteniamo così 39.000 euro, ovvero l’importo sul quale dovrai calcolare contributi e tasse da pagare (i restanti 11.000 € sono considerati il totale delle spese forfettarie da te sostenute durante l’anno!).
Sulla base di quanto appena calcolato, sarai tenuto a versare i contributi previdenziali di cui potrai leggere sul sito ufficiale dell’ENPAV.
Una volta calcolati i contributi previdenziali e sottratti alla cifra ottenuta in precedenza (39.000 €) otterrai il reddito imponibile sul quale dovrai pagare le tasse.
Il regime forfettario è il più conveniente!
Per scoprirne tutti i vantaggi ti consigliamo di leggere il nostro articolo di approfondimento: Il regime forfettario? Chissà se mi conviene!
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