Stai per cominciare la tua attività da architetto, ma non sai come funziona il magico mondo delle partite iva? Oppure sei già architetto e vuoi sapere se puoi accedere al regime forfettario? Tranquillo in questa guida spiegheremo, passo passo, tutti i principali dubbi di un architetto in regime forfettario.
Regime Forfettario Architetti
Alcuni si chiedono se per gli architetti è meglio il regime dei minimi o il forfettario. Beh è semplice, visto che quello dei minimi non c’è più ed è ormai previsto solo per quelli che avevano aderito tempo fa.
Ma meglio così. Il regime forfettario è molto agevolato, sia in termini burocratici (gli adempimenti sono pochissimi), sia per quanto riguarda la tassazione. Ma ci arriviamo tra poco.
Per ora ti basta sapere che se pensi di fatturare meno di 85.000 euro in un anno, soglia alzata dal 2023, allora questo è il regime che fa per te.
Codice ATECO architetto regime forfettario
Se stai per cominciare la tua attività, la prima cosa da scegliere è il tuo codice ATECO.
Ma cos’è ‘sto codice Ateco?
E’ un codice che permette di identificare l’attività che svolgi all’Agenzia delle Entrate. Questo sarà fondamentale per il calcolo delle tasse, che spiegheremo tra poco.
Per ora ti basta sapere che il codice ATECO per gli architetti è 71.11.00 – Attività degli studi di architettura. Per fortuna non c’è molta scelta, quindi puoi andare a colpo sicuro. Sia che tu voglia aprire uno studio professionale o lavorare da freelance, il codice è sempre lo stesso.
Scelto il codice Ateco e aperta l’attività si comincia: puoi cominciare a cercare clienti, anche con i nostri consigli, e a fatturare.
Se ti serve una mano ad aprire la partita IVA, tranquillo, ti aiutiamo noi di Quickfisco 😉
Coefficiente di redditività architetto
Poco fa ti parlavo di quanto è importante il codice Ateco, e che questo è fondamentale per il calcolo delle tasse. Perché? Perché serve a sapere quale sarà il tuo coefficiente di reddività.
Il regime forfettario, infatti, non può “scaricare” i costi come gli altri regimi fiscali, ma gli viene attribuito un’abbattimento forfettario (per questo si chiama così) del reddito sulla base, appunto, del codice Ateco. Se vuoi saperne di più, dai un’occhiata al nostro articolo sul coefficiente di redditività.
Il codice attività 71.11.00 rientra tra quelle professionali, scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, servizi finanziari ed assicurativi e quindi il suo coefficiente di redditività è del 78%.
Ora prendi carta e penna, ma non usiamoli per disegnare progetti edilizi futuristici, ma per fare due conti alla vecchia maniera.
Calcolo tasse Architetto regime forfettario
Se sei arrivato fin qua è perché sicuramente ti stai chiedendo: quanto paga un architetto in regime forfettario?
E allora facciamo due conti: ipotizziamo che il primo anno fatturi 40.000 euro.
Abbiamo detto che il coefficiente di redditività è del 78%, quindi l’imponibile sarà pari a 31.200 euro.
A questo si moltiplica l’aliquota del 15%, ma che per i primi 5 anni si riduce al 5%. Quindi 31.200 x 5% = 1560 euro di imposta sostitutiva.
Vista così non sembra per niente male, ma in questa guida non abbiamo parlato i contributi previdenziali.
Contributi INARCASSA per Architetti
Oltre all’imposta sostitutiva che abbiamo appena calcolato, occorre considerare anche i contributi previdenziali, cioè i soldini che si mettono da parte per la pensione.
La cassa di previdenza degli architetti, così come per gli ingegneri, è l’INARCASSA.
Sono previste delle riduzioni, soprattutto per quelli che hanno meno di 35 anni. Per ulteriori informazioni ti rimando al sito ufficiale di INARCASSA con tutti i chiarimenti, oppure scrivici per maggiori informazioni.
Cosa mi resta di una fattura architetto in regime forfettario?
Dipende. Dipende da quanto fatturi e dall’età. Ma ti posso dire che all’incirca 1/3 del tuo fatturato andrà in tasse e contributi (soprattutto contributi). Se vuoi fare un calcolo più preciso, in base alla tua situazione reale, scrivici. Ti aiutiamo noi.
Fac Simile Fattura Architetto Regime Forfettario
Ti stai chiedendo come fare fattura regime forfettario architetto?
Diciamo che gli elementi principali da inserire in fattura sono:
– Prestatore (i tuoi dati);
– Committente (i dati del cliente);
– Numero e data fattura;
– L’importo della prestazione in euro;
– Il 4% di contributo integrativo per l’INARCASSA;
– Marca da bollo da 2 euro, se l’importo della fattura è superiore a 77,47 euro;
– Non va inserita né IVA, né ritenuta d’acconto;
– Inserire la dicitura “Operazione effettuata ai sensi dell’articolo 1, commi da 54 a 89, della Legge n. 190/2014 e successive modificazioni”;
In realtà non dovresti preoccuparti su cosa scrivere in fattura, perché puoi Provare Gratis il nostro portale per emettere le tue fatture, già preimpostate con tutte le informazioni necessarie.
Architetto regime forfettario: Come funziona?
Fare l’architetto è bello, badare alle scartoffie fiscali un po’ meno.
Tranquillo, ci siamo noi di Quickfisco.
Aiutiamo i forfettari a gestire la loro fiscalità, rimanendo al loro fianco per qualsiasi dubbio e per gestire tutte le problematiche fiscali.
Inoltre avrai un periodo di prova di 7 giorni per accedere alla piattaforma e usufruire di tutti i servizi di Quickfisco: fatturazione elettronica, monitoraggio degli incassi e calcolatore automatico delle imposte.
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Tu rilassati e pensa a fatturare, al resto ci pensiamo noi