Come gestire la fattura estera per chi opera in regime forfettario? Se te lo stai chiedendo, sei capitat* nell’articolo giusto!
Scoprirai tutte le casistiche che si possono presentare ed essere sicur* di come agire caso per caso.
Fattura estera in regime forfettario: UE o extra UE?
Sei forfettario e hai appena ricevuto una fattura da un fornitore estero? Sicuramente ti chiederai: Iva sì o no?
Come sai, i forfettari NON applicano l’IVA e NON la detraggono dai loro acquisti perché le spese per l’attività sono determinate a forfait in base al codice Ateco.
Di quest’ultimo ne abbiamo parlato meglio in questo articolo: Codice Ateco regime forfettario, questo sconosciuto
Ma cosa succede quando si fanno operazioni di cessione o acquisto di beni e servizi con l’estero?
La prima cosa che devi sapere è che le operazioni all’interno dell’Europa sono regolamentate in maniera diversa rispetto a quelle extraeuropee, ma vediamo caso per caso 😉
Fattura estera UE in regime forfettario
Se sei un forfettario e acquisti beni all’interno dell’UE, verrai trattato come un consumatore privato anziché come un professionista o un’azienda. Ciò significa che il venditore applicherà l’IVA in conformità alle normative del proprio paese. Inoltre, non sarai tenut* a compilare il modello INTRA trimestrale, che documenta le operazioni intracomunitarie di vendita e acquisto effettuate da chi possiede una partita IVA.
Questa disposizione è prevista dall’articolo 38, comma 5, lettera c) del Decreto Legge numero 331 del 1993. Tale articolo stabilisce che gli acquisti comunitari di beni al netto dell’IVA, non rientrano nella categoria degli acquisti intracomunitari che vengono rispettati contemporaneamente due limiti:
- Se nell’anno precedente non si è superata la soglia di 10.000 euro di acquisti intracomunitari
- Se nell’anno in corso non si è superata la soglia di 10.000 euro di acquisti intracomunitari
Superato anche solo uno dei due limiti, sarai tenuto ad integrare l’IVA nella fattura ricevuta.
Versamento IVA delle fatture estere in regime forfettario? Attenzione al Reverse Charge!
Ma cosa succede ho superato il limite dei 10.000 euro? In questo caso sarà necessario integrare l’iva ed effettuare il versamento entro il 16 del mese successivo a quello in cui si è svolto l’acquisto.
Anche se non superi i 10.000, fai attenzione: il venditore UE potrebbe applicare la dicitura “Reverse Charge” alla sua fattura e anche in questo caso sarà necessario calcolare l’iva e versarla nei tempi stabiliti.
Cessione di Beni UE
Anche quando si tratta di fatture estere relative alla vendita di beni europei, le transazioni effettuate da contribuenti in regime forfettario non rientrano nella categoria delle cessioni intracomunitarie.
Questo principio è sancito dall’articolo 41, comma 2-bis del Decreto Legge 331/1993, che equipara la vendita di beni da parte di un forfettario a un acquirente UE a una transazione nazionale. Il forfettario non applicherà l’iva alla vendita riportando in fattura la seguente dicitura:
“l’operazione non costituisce cessione intracomunitaria, ai sensi dell’articolo 41, comma 2, del D.L. n. 331/93”
Quindi anche in questo caso non sarà necessario presentare il modello INTRA trimestrale.
Servizi ricevuti UE
Mettiamo il caso che ricevi dei servizi di soggetto UE, tu forfettario, diventi committente. Riceverai una fattura estera con Reverse Charge e dovrai integrare l’iva e versare il corrispettivo entro il 16 del mese successivo a quello in cui si è svolta l’operazione.
Attenzione alle fatture ricevute dagli operatori online, come ad esempio i servizi di social advertising offerti da Facebook, Google Ads o altri acquisti di beni digitali fatturati da entità estere. Per questi soggetti sarà necessario presentare i relativi modelli Intrastat acquisti versando l’iva debitamente calcolata.
Se invece ricevi delle fatture relative all’addebito di commissioni da parte di esercenti pos digitali come SumUp, Satispay, Stripe, 2Checkout ecc. Dovrai emettere un’autofattura, ma c’è una buona notizia: queste operazioni sono esenti IVA secondo l’articolo 10, comma 1 n.1, del DPR n.633/1972. Quindi in questo caso, non dovrai versare l’IVA, la tua autofattura dovrà semplicemente contenere il codice IVA N4 – Esente articolo 10, DPR 633/1972.
Servizi resi per un committente UE
Qui la faccenda è semplice: se offri un servizio per un committente UE puoi tranquillamente trattarlo come un soggetto nazionale, emettendo fattura senza addebito iva, ma avendo cura di indicare in fattura il Reverse Charge e di presentare il modello Intrastat relativo alla prestazione di servizi.
Il riferimento normativo è dato dagli artt. 7-ter e seguenti del D.P.R. n. 633/1972.
Come gestire le fatture estere extra UE nel Regime Forfettario?
Nei precedenti paragrafi abbiamo visto come comportarci nel caso in cui riceviamo fatture provenienti dall’Europa. Ora capiamo insieme come comportarci quando si riceve una fattura estera.
Acquisto di Beni extra UE
In questo caso, non dovrai far nulla se non pagare i dazi doganali per svincolare il tuo bene in dogana.
Cessione di Beni extra UE
In questo caso il cliente sta fuori dall’Unione Europea. Dovrai emettere una fattura senza IVA (operazione non imponibile art. 8 DPR 633/72) perché manca il requisito della territorialità.
Servizi ricevuti extra UE
Hai ricevuto dei servizi extra UE? Allora diventi committente di soggetto extra-UE. In questo caso dovrai procedere ad emettere un’autofattura.
Servizi resi extra UE
Se offri un servizio ad un committente extra UE puoi trattare il soggetto come un soggetto nazionale, emettendo fattura senza addebito iva, ma avendo cura di indicare in fattura il Reverse Charge e di presentare il modello Intrastat relativo alla prestazione di servizi.
Come gestire fatture estere con un commercialista online?
Se ti sembra un poco complicato gestire le fatture estere, non preoccuparti! È normale avere domande o dubbi relative alla fiscalità.
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Tu rilassati e pensa a fatturare, al resto ci pensiamo noi 😉