Fatture estere forfettario: fac simile e autofatture

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Fatture estere forfettario

Come comportarsi con le fatture estere forfettario? Basta chiudere gli occhi e cestinarle dolcemente o magari conviene sapere come trattarle?

Come raccontato nelle puntate precedenti, dal 1 luglio è scattato l’obbligo della fatturazione elettronica anche per i forfettari. Si, c’è ancora una deroga per qualche soggetto ma è meglio attrezzarsi, prima che scatti l’obbligo a tappeto.

L’articolo di oggi è dedicato ai forfettari un po’ più internescional, cioè ai soggetti in regime forfettario che emettono o ricevono fatture estere.

Spiegheremo come emettere una fattura all’estero, quali accorgimenti tenere conto e ti faremo vedere anche un fac simile che puoi scopiazzare, o quasi.

Per quelle d’acquisto invece la situazione è un po’ cambiata: oltre a quello che avevamo scritto tempo fa, dal primo luglio occorre integrare la fattura ricevuta tramite autofattura TD17, TD18 o TD19 e inviarla al sistema di interscambio. Così, giusto per semplificare le cose.

Ma andiamo con ordine…

Fattura estera in regime forfettario: come emetterla?

L’emissione di una fattura elettronica al soggetto estero non è nulla di complicato (come beccare la porta usb a primo colpo), basta stare solo attenti ai dati anagrafici del fornitore estero. Il tracciato dell’agenzia delle entrate sembra fatto solo per soggetti italiani, ma è adattabile anche a quelli esteri, in questo modo:
– Ragione sociale fornitore estero;
– Indirizzo estero fornitore;
– Partita Iva/Codice fiscale: se si tratta di un soggetto europeo, allora avrà partita iva comunitaria e puoi inserirla. Se si tratta invece di un soggetto extra UE occorre fare una distinzione. Se si tratta di un’azienda occorre inserire OO99999999999 (due volte la lettera O e 11 volte il numero 9), invece se si tratta di privato extra UE puoi indicare 0000000 (codice a 7 zeri);
– CAP: inserite cinque zeri 00000;
– Nome dello stato estero
– Provincia: EE
– IDPaese: Sigla del paese estero (due caratteri)
– Codice destinatario SDI: XXXXXXX, vale per tutti i soggetti esteri (UE ed extra UE)

Ecco come inserire l’anagrafica nel nostro portale Quickfisco

anagrafica cliente estero

Fac simile fattura regime forfettario verso estero

Ecco un fac simile di come verrebbe una fattura verso un soggetto estero. Ovviamente ti auguriamo di farla con tanti zeri in più.

fac simile fattura regime forfettario estero

Come per tutte le fatture, se questa supera i 77,47 euro, va applicata l’imposta di bollo di 2 euro, indipendentemente che sia diretta verso l’estero o che sia nazionale.

Naturalmente il nostro portale è già predisposto anche per l’emissione di questi documenti e, se non basta, c’è il supporto dei nostri bravissimi consulenti Quick che ti aiuteranno nell’emissione della fattura.

Ah, mi raccomando, nel caso in cui la fattura sia emessa verso un’azienda con partita IVA comunitaria ricordati che va elaborato il modello Intrastat.
Si, noi ti Quickfisco facciamo anche quello 😉

Fatture d’acquisto estere ed emissione autofattura

Dal primo luglio è stato abolito l’esterometro, un adempimento noiosissimo a cui però i forfettari non erano tenuti, quindi a posto. Se non fosse che tolgono un adempimento e ne piazzano subito un altro, in scioltezza.

Facciamo un passo indietro.

Quando un forfettario riceve una fattura estera, questa deve integrarla tramite il meccanismo del reverse charge (se la fattura ricevuta è senza IVA). In sostanza si aggiunge l’IVA alla fattura di acquisto, e si crea un’autofattura con gli stessi importi. Questo meccanismo, per i soggetti con la normale tassazione iva, azzera l’imposta. Ma questo non avviene per i forfettari: questi sì, fanno l’autofattura con l’iva esposta, ma non possono detrarre l’iva sulla fattura d’acquisto.

In sintesi, se sei forfettario e ricevi una fattura estera, ti tocca pagarci l’IVA.

Ma a questa si aggiunge una bella novità: questa autofattura, ora, va pure inviata al Sistema di Interscambio.

Occorre usare delle tipologie documento specifiche:
– TD17 integrazione o autofattura per acquisti di servizi dall’estero;
– TD18 integrazione per acquisto di beni intracomunitari;
– TD19 integrazione o autofattura per acquisto di beni art. 17, comma 2 del D.P.R. n. 633/1972. Si usa quando il venditore estero vende dei beni che sono già in Italia.

Nel campo cedente/prestatore vanno inseriti i dati del fornitore estero.
Come cessionario/committente occorre inserire di dati del forfettario che sta effettuando l’integrazione.
Come data si può inserire quella in cui abbiamo ricevuto la fattura estera, o comunque una data che cade nel mese di ricezione del documento.

L’autofattura va trasmessa entro il 15 del mese successivo a quello di ricezione della fattura estera.

Autofattura estera forfettario: fac simile

Per inserire l’anagrafica del fornitore estero, occorre seguire le istruzioni indicate prima.

Occorre tuttavia stare attenti al tipo documento utilizzato, ad inserire i riferimenti della fattura originaria e ad integrare l’iva.

autofattura integrazione estera forfettario

Fatture estere forfettario: come procedere?

Spesso chi lavora online si trova davanti la fattura di qualche servizio estero, tipo Facebook, Google o Tinder (no, magari l’ultimo no).

Non ti preoccupare, che tu abbia ricevuto una fattura estera o se non sai come emetterne una ad un cliente straniero, ti aiutiamo noi di Quickfisco.
Supportiamo i forfettari a gestire la loro fiscalità, rimanendo al loro fianco per qualsiasi dubbio e per gestire tutte le scartoffie fiscali.

Il periodo di prova di 7 giorni ti permetterà accedere alla piattaforma e usufruire di tutti i servizi di Quickfisco: fatturazione elettronica, creazione anagrafiche clienti e fornitori e monitoraggio degli incassi.

Prova gratis il nostro portale oppure scrivici per maggiori informazioni.

Tu rilassati e pensa a fatturare, al resto ci pensiamo noi 😉

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