Partita iva personal trainer in regime forfettario: come aprirla

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Ti appassiona lo sport e hai deciso di trasformare la tua passione nel lavoro? Oppure lavori già come personal trainer come dipendente ma hai deciso di aprire la partita iva per acquisire più libertà e indipendenza?

Se hai risposto sì, questo articolo è perfetto per te! Scopri come accedere al regime forfettario, quali tasse e contributi dovrai versare, come aprire la partita iva e quali costi dovrai sostenere.

 

Requisiti per diventare personal trainer

Il personal trainer è un professionista del benessere e della forma fisica, che si occupa di creare piani di allenamento personalizzati per i propri clienti, guidandoli nel raggiungimento dei loro obiettivi di fitness e salute.

Per intraprendere questa carriera, è necessario avere una forte passione per lo sport e il benessere fisico, oltre a una buona conoscenza dell’anatomia, della fisiologia e delle tecniche di allenamento.

È fondamentale acquisire una formazione adeguata attraverso corsi specifici e ottenere una certificazione riconosciuta rilasciata da enti ufficiali. Oltre alla preparazione tecnica, un personal trainer deve essere in grado di motivare e comunicare efficacemente con i propri clienti, personalizzando ogni allenamento in base alle esigenze e capacità individuali.

 

Personal trainer con partita iva: vantaggi del regime forfettario

Aprire la partita iva può rappresentare un passo importante per un personal trainer, poiché offre numerosi vantaggi sia dal punto di vista economico che professionale.

Innanzitutto, avere la partita iva garantisce maggiore flessibilità e autonomia nella gestione del proprio lavoro. Avrai la possibilità di scegliere i clienti e di organizzare il tuo orario lavorativo in modo più libero rispetto al lavoro da dipendente. Come libero professionista, potrai negoziare i compensi, offrire servizi specializzati, e spesso ottenere ricavi più alti.

Il regime forfettario rende tutto ancora più conveniente. Questo regime fiscale offre una tassazione agevolata (con un’unica imposta sostitutiva del 15% o addirittura del 5% sul reddito imponibile per i primi 5 anni dell’attività). Inoltre, la gestione contabile e fiscale semplificata riduce i costi del commercialista, e l’assenza dell’iva ti permette di offrire prezzi più competitivi.

Puoi approfondire leggendo il nostro articolo > Vantaggi del regime forfettario: ecco quando conviene.

Requisiti per accedere al regime forfettario

Per accedere a questo regime agevolato bisogna, però, rispettare alcuni requisiti:

  • il tuo reddito percepito da lavoro dipendente o pensione deve essere uguale o inferiore a 30.000 euro lordi nell’anno precedente, oppure la cessazione del rapporto lavorativo deve essere avvenuto entro il 31 dicembre 2023;
  • devi possedere la residenza fiscale in Italia, oppure la residenza in uno stato membro UE o in uno stato aderente all’Accordo Spazio Economico europeo a condizione che il reddito prodotto in Italia sia almeno il 75% del reddito complessivamente prodotto;
  • non devi essere socio di una società di persone (sas o snc), associazione professionale o impresa familiare;
  • non devi svolgere l’attività per la quale è già stato adottato un regime speciale iva (agricoltura, monopoli di stato, agenzie di viaggi, vendite di beni usati);
  • non devi possedere più del 50% delle quote e non devi svolgere il ruolo di amministratore in una srl che opera nel tuo stesso settore;
  • non devi fatturare più del 50% al tuo datore di lavoro o l’ex datore (per cui hai lavorato dei due anni precedenti)

 

Ti stai chiedendo se è possibile mantenere il tuo lavoro dipendente e contemporaneamente avere una partita iva forfettaria? Allora devi leggere il nostro articolo dedicato Novità regime forfettario: nuove soglie e requisiti.

Ricordati anche, che per operare in regime forfettario devi rispettare il limite di fatturato incassato che attualmente è fissato a 85.000 euro annui.

 

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Come inquadrare un personal trainer e quale codice ATECO  scegliere

L’inquadramento e il codice ATECO (codice attività) sono le fondamenta per la tua partita iva. Da questi dipendono i contributi che dovrai versare e l’ammontare delle tasse che dovrai pagare. Un singolo errore potrebbe causarti danni economici e sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Per fare la scelta corretta e vivere tranquillamente, consigliamo di affidarti a un esperto fiscale, come noi di Quickfisco.

Fortunatamente, facendo personal trainer è tutto molto semplice: verrai inquadrato come libero professionista senza cassa e dovrai iscriverti alla Gestione Separata INPS per versare i contributi.

Per l’attività di personal trainer non esiste il codice ATECO specifico, quello utilizzato è 85.51.00 – Corsi sportivi e ricreativi.

 

Partita iva personal trainer in regime forfettario: tasse e contributi

Tra i costi principali che un personal trainer dovrà sostenere per gestire la partita iva in regime forfettario ci sono le tasse, i contributi e spese per la gestione della fiscalità. Ma non ti spaventare, vedrai che non è così complicato e oneroso come sembra 😉

 

Quanto paga un personal trainer di tasse?

Con la partita iva in regime forfettario, puoi dimenticare gli scaglioni IRPEF, addizionali regionali e comunali e IRAP. Come già accennato, si applica un’unica imposta sostitutiva indipendentemente dai tuoi guadagni.

Questa imposta è pari al 15% sul tuo reddito imponibile che si riduce fino al 5% per i primi 5 anni se non hai mai svolto l’attività di personal trainer prima… attenzione, anche da dipendente.

Ma come si determina il tuo reddito imponibile? Attenzione: NON devi calcolare la differenza tra i tuoi ricavi e spese ma applicare il coefficiente di redditività determinato dal tuo codice ATECO.

Per personal trainer con il codice ATECO 85.51.00 il coefficiente di redditività è pari al 78%. Questo significa che verrà tassato solamente il 78% di ciò che fatturi, e il restante 22% verrà considerato come spese per svolgere la tua attività e, di conseguenza, non verrà tassato.

Infine, con la partita iva in regime forfettario non puoi dedurre/scaricare alcuna spesa, tranne i contributi previdenziali versati l’anno precedente.

 

Come si calcolano le tasse?

Allora, immaginiamo che quest’anno tu abbia aperto la partita iva da personal trainer (attività mai svolta prima) e abbia fatturato ai clienti 20.000€.

20.000€ x 78% (coefficiente di redditività per personal trainer) = 15.600€ (il reddito imponibile)

15.600€ x 5% (imposta sostitutiva prevista per i 5 primi anni della tua attività) = 780€ (l’ammontare delle tasse)

Su 20.000€ del fatturato, solamente 780€ di tasse. Non male questo regime forfettario, vero?

In questo caso, non scarichi nulla, perché si tratta del tuo primo anno e non hai ancora versato i contributi.

Ah, ovviamente, se fatturi zero con la tua partita iva forfettaria non dovrai preoccuparti di pagare alcuna tassa.

 

Contributi di un personal trainer con partita iva forfettaria

I contributi rappresentano i versamenti obbligatori per tutti coloro che hanno la partita iva (anche in regime forfettario), per garantirti una futura pensione. Come abbiamo detto in precedenza, dovrai iscriverti alla Gestione Separata INPS a cui verserai i contributi.

Ma quali sono contributi da versare se si è iscritti alla Gestione Separata INPS e come avviene il calcolo dei contributi da versare? C’è una buona notizia: non sono previsti dei contributi fissi, ma nel 2024 sono pari al 26,07% del reddito imponibile, cioè sempre quello calcolato in base al coefficiente di redditività.

Forse nessuno te l’ha detto, ma sei hai un lavoro dipendente l’aliquota INPS può essere ridotta al 24%.

Quindi tutto dipende da quanto si guadagna, il che è perfetto per chi ha un ricavo basso o ricavi a zero.

 

Personal trainer in partita iva e la Riforma dello sport

C’è però una cosa importante da sapere: la riforma dello sport.

La riforma dello sport del 2024 ha introdotto diverse novità significative, soprattutto in ambito lavorativo e fiscale. Una delle principali novità è rappresentata dalle soglie di esenzione per determinare gli importi di tasse e contributi che i collaboratori sportivi dovranno versare. In pratica fino a determinate soglie di reddito non si pagheranno né tasse, né contributi. Vediamo quali sono queste soglie di reddito:

  • da zero fino a 5.000 euro c’è proprio un’esenzione fiscale e contributiva;
  • tra 5.000 euro a 15.000 euro si è fiscalmente esenti (ossia non si pagano tasse), ma si pagano i contributi;
  • oltre ai 15.000 euro si pagano tasse e contributi, secondo le regole ordinarie.

 

⚠️ ATTENZIONE PERÒ! Questa agevolazione è valida solo se svolgi la tua attività di personal trainer nei confronti di palestre (che possono rivestire la forma di ASD e SSD), ovvero emetti le tue fatture alla palestra dove operi e non ai clienti privati.

Per approfondire la questione, leggi il nostro articolo completo > Riforma dello Sport 2023

 

Quanto costa aprire la partita iva online per un personal trainer e mantenerla?

Il processo di apertura della partita iva per personal trainer è piuttosto semplice e non richiede spese di pratiche: basta compilare il Modello AA9/12 e trasmetterlo all’Agenzia delle Entrate allegando i seguenti documenti:

  • Carta Identità o altro documento di riconoscimento valido come per esempio il Passaporto;
  • Tessera Sanitaria.

 

Bisogna prestare molta attenzione durante la compilazione del modulo, pertanto, è sempre meglio rivolgersi a specialisti qualificati per evitare errori e problemi.

Noi di Quickfisco apriamo GRATIS la tua partita iva e completamente online in pochi giorni ai nostri clienti abbonati. L’abbonamento annuale a 299€ + iva all’anno include:

  • Dichiarazione dei Redditi relativa all’anno d’imposta d’iscrizione e predisposizione dei modelli F24 per pagare tasse e contributi
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