Come si fa la Dichiarazione dei redditi se ho la partita iva in regime forfettario?
Se anche tu ti sei posto questa domanda quando hai iniziato a operare in questo regime, oppure se devi ancora aprire una partita iva forfettaria, sei nel posto giusto: in questo articolo vediamo insieme come funziona, cosa devi dichiarare, quando presentarla e perché affidarsi a un commercialista può evitarti diversi sbattimenti.
Cos’è la Dichiarazione dei Redditi per i Forfettari
La Dichiarazione dei Redditi è il documento fiscale più importante, perché da una parte comunica all’Agenzia delle Entrate quanto hai guadagnato nell’anno precedente e, dall’altra, ti permette di calcolare le tasse che dovrai pagare.
Viene da sé, quindi, che la sua compilazione deve essere eseguita in modo corretto e preciso, per evitare errori – ed eventuali sanzioni.
In regime forfettario, il documento che devi compilare per predisporre la tua Dichiarazione dei Redditi si chiama modello redditi Persone Fisiche, o modello PF, che puoi trovare direttamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Come calcolare le tasse per la Dichiarazione dei Redditi
Noi lo diciamo spesso, ma non ci stancheremo mai di farlo: il regime forfettario offre moltissimi vantaggi. Oltre a comportare una notevole semplificazione contabile e fiscale, questo regime è anche conveniente, perché applica sul reddito imponibile un’imposta sostitutiva fissa del 15% o del 5% per i primi 5 anni di nuova attività.
Questo sistema sostituisce l’IRPEF, ossia l’Imposta sul reddito delle persone fisiche, che è invece progressiva a scaglioni (detto in parole povere: più guadagni, più paghi di tasse).
In regime forfettario, invece, il calcolo delle tasse da pagare dipende dal codice ATECO che identifica la tua attività economica e al quale è associato un coefficiente di redditività da applicare ai tuoi ricavi.
Questo calcolo ti permette di conoscere il tuo reddito imponibile, su cui calcolare l’imposta sostitutiva (che abbiamo detto essere fissa – del 15% o del 5%).
Prima di continuare, se vuoi approfondire come si calcolano le tasse in regime forfettario con un esempio leggi il nostro articolo Calcolo tasse regime forfettario 2025.
Dunque, niente paura: con il regime forfettario, non aspettarti tasse salatissime!
Cosa deve dichiarare un Forfettario
Per compilare la Dichiarazione dei Redditi devi inserire, innanzitutto, tutte le fonti di reddito: ad esempio se hai percepito reddito da lavoro autonomo o reddito da lavoro dipendente. Nel caso te lo stessi chiedendo, sì, è possibile avere partita iva in regime forfettario e anche il lavoro dipendente, purché si rientri nei parametri e non si violino alcune regole. Vuoi scoprire quali? Trovi tutto in questo articolo Forfettario e lavoro dipendente: possibile? Novità 2025.
Questa sezione è molto importante, poiché potresti avere altre fonti di reddito che, superata una certa soglia, possono essere assoggettate all’IRPEF e, quindi, puoi scaricare spese personali, come spese mediche o interessi del mutuo. Per scoprire quando è possibile leggi il nostro articolo Scaricare spese con partita iva forfettaria: quando è possibile?
Oltre al reddito, nella Dichiarazione devi indicare anche i contributi che hai versato alla tua gestione INPS o alla tua cassa previdenziale di riferimento. A seconda dell’inquadramento, infatti, le regole contributive e il calcolo dei contributi previdenziali INPS sono diverse. Per scoprire come funziona il versamento dei contributi puoi fare riferimento sempre a questo articolo.
Quando presentare la Dichiarazione
Segnati questa data: 30 settembre dell’anno successivo.
La Dichiarazione dei Redditi deve essere inviata entro il 30 settembre dell’anno successivo a quello di chiusura del periodo di imposta.
Per i redditi del 2024, la scadenza sarà quindi il 30 settembre 2025.
Per tenere a mente tutte le scadenze fiscali del 2025, comunque, puoi consultare il nostro articolo dedicato Calendario scadenze fiscali 2025 per forfettari.
Cosa succede se presenti la Dichiarazione dei Redditi oltre il termine stabilito?
Se presenti la Dichiarazione entro 90 giorni dalla scadenza, la sanzione è fissa, da 250 a 1.000 euro. Ricordati però che è sanzionabile anche l’ommesso versamento delle imposte dovute. Se, invece, non hai le imposte da versare la sanzione si riduce e diventa da 150 a 500 euro.
Nel caso di tardiva presentazione della Dichiarazione dei Redditi è possibile ricorrere al ravvedimento operoso mediante il pagamento della sanzione ridotta a un 1/10 del minimo edittale, se la presentazione della stessa avviene con un ritardo non superiore a 90 giorni.
Che cos’è e come si calcola questa parola fiscalese, il “ravvedimento operoso”?
Scoprilo nel nostro articolo dedicato Ravvedimento operoso 2024: cos’è, come funziona e calcolo.
I rischi del Fai-da-te
Ok, il regime forfettario è più semplice, ma attenzione: la Dichiarazione dei Redditi non è un gioco da ragazzi. Ecco perché scegliere il supporto di un commercialista potrebbe salvarti da errori costosi:
- errori nei calcoli: sbagliare il reddito o le detrazioni può portare a sanzioni salate;
- dimenticare una scadenza: il fisco non perdona i ritardi;
- leggi che cambiano: la normativa fiscale non sta mai ferma. Un vero professionista è sempre aggiornato e sa come muoversi.
A chi affidare la tua Dichiarazione dei Redditi?
Fare la dichiarazione dei redditi in regime forfettario sembra facile, ma può nascondere più insidie di quanto si pensi.
Un supporto professionale di Quickfisco può fare la differenza per garantire il tuo benessere fiscale (che influisce su tutto il resto): in qualità di intermediario fiscale abilitato dall’Agenzia delle Entrate ci assumiamo la responsabilità al 100% e non ci affidiamo a commercialisti terzi. Vedrai sempre il nostro nome su tutti i documenti!
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