È una delle professioni che più di frequente porta alla scelta di aprire una partita iva, magari da affiancare a un lavoro da dipendente nel campo dell’informatica. Scopri come aprirla e quanto costa insieme a Quickfisco.
La professione di sviluppatore – che coinvolge coloro che operano in campo informatico, sviluppando, appunto, software, siti web e sistemi – è una delle più richieste negli ultimi tempi, grazie alla necessità per le azienda di dover gestire una tecnologia sempre più evoluta. È una professione che spesso si sceglie di svolgere in proprio, perché questo permette di lavorare per più di un’azienda, in totale libertà, magari da casa, oppure arrotondando uno stipendio da dipendente.
In questi casi conviene partire aprendo partita iva a regime forfettario, ma come funziona la partita iva nel forfettario per la professione di sviluppatore? Scopriamolo insieme!
Alla ricerca del codice Ateco
Ne abbiamo già parlato qui il primo passo è sempre la scelta del codice Ateco. Non è difficile e non serve il commercialista, soprattutto se siete nostri lettori, perché abbiamo dato un’occhiata in cerca del codice più appropriato.
Si tratta del 62.01.00 – Produzione di software non connesso all’edizione
Che viene così descritto:
- progettazione di struttura e di contenuti o compilazione di codici informatici per la creazione e implementazione di: software di sistema (con eventuali aggiornamenti), applicazione di software (anche qui inclusi gli eventuali aggiornamenti), database e pagine web.
- Personalizzazione di software, come ad es. modificando e configurando un’applicazione esistente perché diventi funzionale all’ambiente del sistema informativo dei clienti.
- Edizione di pacchetti software.
- Traduzione ed adattamento di software non personalizzato per un particolare mercato.
- Pianificazione e progettazione di sistemi che integrino hardware, software e tecnologie di comunicazione, anche quando sono parte integrante delle attività svolte.
Con questo codice, insomma, potrai collaborare con un vasto numero di aziende aprendoti a numerose opportunità come libero professionista.
Benvenuto nel forfettario
Se stai aprendo partita iva è probabile che questa attività possa configurarsi come una start-up e questo, entrando nel forfettario, ti garantirebbe una tassazione agevolata al 5%, della quale abbiamo parlato qui. Attenzione, però perché la base imponibile alla quale applicare la tassazione, varia in base alla quota di spese che puoi dedurre, che viene calcolata, nel regime forfettario, appunto, a forfait, e varia in base al codice Ateco. Anche in questo caso siamo andati a sbirciare per tuo conto e abbiamo visto che è pari al 33%. Questo significa che dovrai pagare le tasse sul 67% dei tuoi guadagni. A questo dovrai poi aggiungere la quota INPS.
Ok, posso aprire partita iva anche se sono dipendente. Posso entrare nel forfettario?
Ebbene sì! Ma solo se nell’anno precedente all’apertura della partita iva non hai percepito un reddito lordo da dipendente superiore ai 30mila euro e fatti salvi ovviamente, tutti i limiti e gli obblighi del Forfettario, che puoi trovare in questo articolo, inclusa l’eventuale iscrizione alla gestione separata, della quale abbiamo parlato qui.
Gestione separata e contributi per sviluppatori
Per versare i contributi dovrai iscriverti alla Gestione separata. Ne abbiamo parlato qui ma per ora ti basta sapere che sarà pari, all’incirca, al 26% dei tuoi guadagni.
E come la gestisco?
Nessun problema: operando in assenza di iva, la gestione è molto semplice e potrai occupartene personalmente insieme a Quickfisco, che mette a tua disposizione una piattaforma online Easy, Fast & Digital e un consulente sempre a tua disposizione per dubbi e domande!
Non ci credi? Mettici alla prova!
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