Stai per diventare un fisioterapista e vuoi aprire la tua partita IVA? Oppure svolgi già questa attività come dipendente, ma vorresti avere altri clienti e hai sentito parlare del regime forfettario? Oggi ti spiegheremo tutto ciò che devi sapere sul mondo della partita IVA da libero professionista: come accedere al regime forfettario, quale codice ATECO scegliere, quante tasse e contributi dovrai versare e come gestire la fatturazione e il Sistema Tessera Sanitaria.
I requisiti per esercitare la professione di fisioterapista con partita IVA
Per svolgere l’attività di libera professione di fisioterapista è necessario ottenere abilitazione, conseguendo il diploma di laurea in Fisioterapia.
La prova finale della laurea triennale in Fisioterapia ha valore di esame di stato abilitante all’esercizio della professione. Viene rilasciato un attestato di formazione specialistica che costituisce titolo preferenziale per l’esercizio delle funzioni specifiche nelle diverse aree, dopo il superamento di apposite prove valutative.
Il fisioterapista, tra l’altro, deve necessariamente essere iscritto all’Albo dei Fisioterapisti.
Regime forfettario fisioterapista: conviene?
Il regime forfettario rappresenta una scelta vantaggiosa per molti professionisti perché questo regime è caratterizzato da una contabilità e tassazione semplificata.
A differenza dell’IRPEF che è a scaglioni, dove più si guadagna più tasse si pagano, nel regime forfettario l’aliquota dell’imposta sostitutiva è unica e non aumenta ed è sempre del 15%, oppure per i primi 5 anni di attività questa è ridotta addirittura al 5%.
Esistono altri vantaggi, come la gestione contabile e fiscale semplificata, e la possibilità di offrire prezzi più competitivi grazie all’assenza dell’IVA.
Puoi approfondire leggendo il nostro articolo > Vantaggi del regime forfettario: ecco quando conviene.
Tieni conto però, che operando nel regime forfettario non potrai scaricare alcuna spesa (come affitto dello studio o attrezzatura per svolgere la tua attività), tranne i contributi previdenziali versati l’anno precedente.
Requisiti per accedere al regime forfettario
Per accedere al regime forfettario sono previsti requisiti che devi rispettare:
- il tuo reddito percepito da lavoro dipendente, pensione o redditi assimilati, deve essere uguale o inferiore a 35.000 euro nell’anno precedente, oppure la cessazione del rapporto lavorativo deve essere avvenuto entro il 31 dicembre 2024;
- devi possedere la residenza fiscale in Italia, oppure la residenza in uno stato membro UE o in uno stato aderente all’Accordo Spazio Economico europeo a condizione che il reddito prodotto in Italia sia almeno il 75% del reddito complessivamente prodotto;
- non devi essere socio di una società di persone (sas o snc), associazione professionale o impresa familiare;
- non devi svolgere l’attività per la quale è già stato adottato un regime speciale iva (agricoltura, monopoli di stato, agenzie di viaggi, vendite di beni usati);
- non devi possedere la maggioranza delle quote e non avere controllo indiretto in una S.r.l. che opera nel tuo stesso settore;
Ricordati anche, se desideri continuare a collaborare con il tuo datore di lavoro (ad esempio, la palestra o una società sportiva) attuale o precedente e operare con il regime fiscale forfettario, non potrai fatturare prevalentemente (più del 50%) a favore di quel datore di lavoro per il quale hai lavorato negli ultimi 2 anni.
Ricordati anche che puoi operare con la tua partita IVA in regime forfettario, a condizione che consegui ricavi o compensi inferiori a 85.000 euro all’anno e hai corrisposto meno di 20.000 euro lordi a collaboratori e dipendenti (nel caso li avessi).
Fisioterapista: lavoro dipendente e partita iva
Se lavori già come dipendente e intendi avviare un’attività come fisioterapista, ma non sei ancora pronto a dare le dimissioni, puoi aprire una partita IVA in regime forfettario e rimanere dipendente.
Ma attenzione! Questa possibilità non è sempre garantita: bisogna fare una distinzione tra dipendente pubblico e privato.
Scopri subito se puoi aprire partita IVA forfettaria e continuare ad essere dipendente > Forfettario e lavoro dipendente: possibile?
Inquadramento e scelta del codice ATECO fisioterapista forfettario
Quando si apre la partita IVA, occorre scegliere il codice ATECO (codice attività) adatto. È un codice che identifica la tua attività, ma è indispensabile anche per calcolare il tuo reddito imponibile nel regime forfettario e sapere quante tasse devi pagare, poiché determina il tuo coefficiente di redditività.
Per un fisioterapista forfettario è previsto il codice ATECO dedicato:
- 86.90.21– Fisioterapia
Se, invece, svolgi l’attività di massofisioterapista, il codice ATECO adatto sarebbe 86.90.29 – Altre attività paramediche indipendenti n.c.a.
Per quanto riguarda l’inquadramento previdenziale invece, nonostante un fisioterapista venga iscritto all’Albo professionale, ad oggi non esiste una cassa dedicata. Quindi, dovrai iscriverti alla Gestione Separata INPS, e versare i contributi richiesti, di cui parleremo più avanti.
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Partita IVA fisioterapista in regime forfettario: tasse e contributi
Tra le spese principali che un fisioterapista dovrà affrontare per gestire la partita IVA in regime forfettario ci sono le imposte, i contributi e i costi per la gestione della partita iva a livello contabile e fiscale. Ma non preoccuparti, scoprirai che non è così complesso e oneroso come potrebbe sembrare 😉
Calcolo tasse regime forfettario fisioterapista
Come funziona questa tassazione semplificata prevista per il regime forfettario?
Si tratta di un’unica imposta sostitutiva, pari al 15% o addirittura ridotta al 5% per i primi 5 anni dell’attività per agevolare e aiutare coloro che costruiscono da zero un’attività.
Quindi, se hai già svolto il lavoro di fisioterapista, anche da dipendente, oppure hai già avuto la partita iva negli ultimi 3 anni partirai subito con l’aliquota al 15%.
Vuoi sapere se possiedi i requisiti per accedere all’aliquota del 5%? Leggi il nostro articolo > Imposta sostitutiva forfettari: aliquota 5 per cento come funziona?
Questa aliquota si applica sul reddito imponibile. Ma come viene stabilito questo “imponibile”?
Come abbiamo già detto, nel regime forfettario il reddito imponibile viene determinato dal coefficiente di redditività, che a sua volta viene definito dal tuo codice ATECO.
Il coefficiente di redditività previsto dal codice ATECO 86.90.21 è pari al 78%. Questo significa che verrà tassato il 78% del tuo fatturato, il restante 22% verrà considerato come spese per svolgere la tua attività e, di conseguenza, non sarà soggetto a tassazione.
Come si calcolano le tasse per un fisioterapista forfettario?
Allora, immaginiamo che quest’anno tu abbia aperto la partita IVA come fisioterapista (attività mai svolta prima) e abbia fatturato e incassato 30.000€.
30.000€ x 78% (il tuo coefficiente di redditività) = 23.400€ (il reddito imponibile)
23.400€ x 5% (imposta sostitutiva prevista per i 5 primi anni della tua attività) = 1.170€ (l’ammontare delle tasse)
Su 30.000 € del fatturato, solamente 1.170€ di tasse.
Non male questo regime forfettario, vero?
Contributi Gestione Separata per fisioterapista con partita IVA
Se svolgi attività di fisioterapista, per versare i contributi che ti assicurano la tua futura pensione dovrai iscriverti alla Gestione Separata INPS. Questo rappresenta un vantaggio, poiché con questa modalità contributiva nel 2024 dovrai versare il 26,07% sul reddito imponibile, senza obbligo di pagare quote fisse. Ciò significa, se ti capita di non fatturare nulla, non dovrai versare né tasse né contributi.
Per simulare un calcolo, riprendiamo l’esempio di prima. I contributi da versare saranno:
23.400€ (il reddito imponibile) x 26,07% (aliquota INPS prevista per il 2024) = 6.100€
Forse non lo sai, ma se sei allo stesso tempo dipendente full time, l’aliquota da applicare si riduce al 24 %.
E quindi andresti a versare 5.616€!
Sistema Tessera Sanitaria e fisioterapisti: ecco come funziona la fatturazione
Parliamo di un altro argomento (molto importante) per i fisioterapisti che intendono aprire la partita iva: fatturazione.
Per i fisioterapisti che svolgono le prestazioni sanitarie e fatturano direttamente ai privati è obbligatorio iscriversi al Sistema Tessera Sanitaria e comunicare i dati dei propri pazienti. In questo caso dovrai rilasciare obbligatoriamente una fattura “non elettronica” al tuo paziente.
Scopri di più come funziona la fatturazione STS.
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Come? Con la nostra piattaforma potrai trasmettere i dati delle tue fatture direttamente al Sistema Tessera Sanitaria in pochi click!
E se, invece, fatturi allo studio dove lavori o ad una palestra? In questo caso, dovrai obbligatoriamente emettere fatture in formato elettronico e inviarle al Sistema di Interscambio (SDI). Ciò significa che dovrai dotarti anche di un software di fatturazione elettronica.
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