Partita iva Medico: apertura, tasse e contributi nel regime forfettario

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Ti stai chiedendo se devi aprire la partita iva medico una volta concluso il percorso di studi? Oppure non sai se lavorare come dipendente o conviene esercitare la professione come libero professionista? Sei nel posto giusto!  

In questa guida ti spieghiamo come aprire la partita iva per un medico e quando farlo, quanto pagheresti di tasse e contributi, come funziona la fatturazione e anche come possiamo aiutarti noi di Quickfisco! 

 

Requisiti per esercitare la professione di medico con partita IVA

Per esercitare la professione di medico in Italia è necessario conseguire una Laurea in Medicina e Chirurgia e superare l’esame di Stato. Concluso il percorso di studi, il primo passo per iniziare a lavorare è iscriversi all’Ordine dei Medici Chirurgici e degli Odontoiatri (FNOMCeO) della tua provincia di residenza o domicilio (in genere si può fare anche online).  

L’iscrizione all’Albo non è una formalità, ma un passaggio fondamentale per essere abilitati all’esercizio della professione. Inoltre, il D.L. 16 luglio 2020, n. 76 ha reso obbligatorio per i professionisti iscritti all’albo l’uso della casella PEC (posta elettronica certificata), che deve essere comunicata al proprio Ordine di appartenenza. 

 

Partita IVA medico: il regime forfettario è il regime adatto?

Il regime forfettario rappresenta una scelta vantaggiosa per i medici che intendono avviare la propria attività professionale.  

Questo regime fiscale, infatti, prevede una semplificazione della contabilità e della tassazione: nel regime forfettario si applica un’aliquota unica e fissa del 15%, oppure ridotta al 5% per i primi 5 anni se non hai mai svolto prima questa attività, un vantaggio enorme per un medico neolaureato che vuole aprire la partita iva. 

Non è finita qui, perché esistono altri vantaggi, come la gestione contabile e fiscale semplificata e la possibilità di offrire prezzi più competitivi grazie all’assenza dell’IVA. Puoi approfondire leggendo il nostro articolo Vantaggi del regime forfettario: ecco quando conviene. 

 

Requisiti per accedere al regime forfettario

Per poter aderire al regime forfettario, è necessario innanzitutto che i tuoi ricavi siano inferiori a €85.000 all’anno e che tu abbia corrisposto meno di €20.000 lordi a collaboratori e dipendenti. 

Quali altri requisiti bisogna rispettare? 

  • il tuo reddito percepito da lavoro dipendente, pensione o redditi assimilati, deve essere uguale o inferiore a €35.000 nell’anno precedente, oppure la cessazione del rapporto lavorativo deve essere avvenuto entro il 31 dicembre 2024;   
  • devi possedere la residenza fiscale in Italia, oppure la residenza in uno stato membro UE o in uno stato aderente all’Accordo Spazio Economico europeo a condizione che il reddito prodotto in Italia sia almeno il 75% del reddito complessivamente prodotto;    
  • non devi essere socio di una società di persone (sas o snc), associazione professionale o impresa familiare;    
  • non devi svolgere l’attività per la quale è già stato adottato un regime speciale iva (agricoltura, monopoli di stato, agenzie di viaggi, vendite di beni usati);    
  • non devi possedere più del 50% delle quote e non devi svolgere il ruolo di amministratore in una S.r.l. che opera nel tuo stesso settore;  
  • se desideri continuare a collaborare con il tuo datore di lavoro attuale o precedente e iniziare a operare con il regime fiscale forfettario, non potrai fatturare più del 50% a favore di quel datore di lavoro per il quale hai lavorato negli ultimi 2 anni.   

 

 

Posso aprire la partita iva medico e lavorare anche come dipendente?

Se lavori già come dipendente, ma vorresti anche aprire una partita iva come medico per fare attività extra, puoi aprire una partita iva in regime forfettario e rimanere dipendente.   

Ma attenzione! Questa possibilità non è sempre garantita: bisogna fare una distinzione tra dipendente pubblico e privato e assicurarsi di rispettare determinati requisiti.    

Scopri subito se puoi aprire partita iva forfettaria e continuare ad essere dipendente nel nostro articolo di approfondimento Forfettario e lavoro dipendente: possibile?   

 

Aprire partita iva medico: inquadramento e scelta del codice ATECO

Quando si apre la partita IVA, occorre scegliere il codice ATECO, che identifica la tua attività, indispensabile per calcolare il tuo reddito imponibile e sapere quante tasse devi pagare, poiché determina il tuo coefficiente di redditività.  

Per quanto riguarda la professione di medico, esistono diversi codici ATECO a seconda della specializzazione e dell’ambito in cui si opera. 

Il più generico e che, solitamente, si attribuisce a un medico neolaureato è l’86.21.00 – Attività di medicina generale, in cui rientra consulto e trattamento medico nel campo della medicina generale effettuati da medici generici, attività di studi medici e polimedici di medicina generale, attività di ambulatori di medicina generale; sono esclusi i pediatri (che rientrano nel gruppo di attività di medicina specialistica).   

Per i medici specialisti, esistono codici ATECO più specifici che rientrano nel gruppo 86.22.0 – Attività di medicina specialistica, suddivise in trattamenti di chirurgia estetica, altre attività di medicina specialistica svolte da medici specialisti indipendenti, e altre attività di medicina specialistica svolte presso cliniche e centri specialistici.  

È doveroso citare anche le attività che NON rientrano in questa categoria: 

  • attività ospedaliere in regime di ricovero (86.10.00)  
  • attività odontoiatriche (86.23.00) 
  • attività infermieristiche e ostetriche (86.94.01-02) 
  • attività̀ di fisioterapisti (86.95.00) 
  • fornitura di servizi terapeutici complementari e alternativi, ad esempio chinesiologia o agopuntura (86.96.01-09) 
  • trattamenti di bellezza (trattamenti estetici) non eseguiti da medici specialisti, ma ad esempio da estetisti (96.22.01-09) 

 

Da un punto di vista contributivo, essendo iscritto all’Albo sarai considerato un libero professionista con cassa: dovrai iscriverti alla tua cassa previdenziale, ossia l’ENPAM -Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Medici, e versare i contributi richiesti, di cui parliamo nei prossimi paragrafi. 

Nota bene: se sei un lavoratore dipendente (ad esempio uno specializzando che lavora come dipendente presso una struttura ospedaliera) iscritto alla Gestione separata INSP che vuole aprire una partita iva da libero professionista per svolgere attività extra (ad esempio guardia medica, turni in PS), dovrai comunque iscriverti all’ENPAM. 

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Partita IVA medico in regime forfettario: tasse e contributi

Nel regime forfettario, la tassazione e i contributi previdenziali sono calcolati in base a specifici criteri. In altre parole, per capire quanto dovrai pagare è necessario prendere in considerazione alcuni fattori. Non preoccuparti, però: scoprirai che non è così complesso e costoso come potrebbe sembrare!

Quanto paga di tasse un medico con partita IVA forfettaria?

Il regime forfettario prevede una tassazione semplificata: si applica cioè un’imposta sostitutiva del 15% sul reddito imponibile, ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività, in modo da agevolare coloro che iniziano da zero. Vuoi sapere se possiedi i requisiti per accedere all’aliquota del 5%? Leggi il nostro articolo  Imposta sostitutiva forfettari: aliquota 5 per cento come funziona? 

Ma cos’è il “reddito imponibile”? Il reddito imponibile si determina applicando un coefficiente di redditività ai ricavi o compensi percepiti.  

Per gli infermieri, il coefficiente di redditività è del 78%, secondo la tabella dei coefficienti di redditività con rispettivi codici ATECO che puoi approfondire in questo articolo Coefficiente di redditività forfettario 2025 per codici ATECO. 

 

Ma come si calcolano le tasse?

Immaginiamo che quest’anno tu abbia aperto la partita iva come medico per la prima volta e abbia fatturato €20.000. 

Moltiplichiamo il fatturato con il coefficiente di redditività, per ottenere il tuo reddito imponibile: 20.000€ x 78% = €15.600 

Moltiplichiamo ora il reddito imponibile per l’imposta sostitutiva del 5%, il risultato sarà l’ammontare delle tasse che dovrai pagare: 15.600€ x 5% = €780  

Quindi, su €20.000 di fatturato dovrai pagare €780 di tasse.   

 

Come funzionano i contributi ENPAM per un medico con partita IVA

I medici che lavorano come liberi professionisti con partita iva, una volta iscritti all’Ordine vengono automaticamente iscritti anche all’ENPAM 

L’ENPAM richiede il versamento di due tipi di contributi: Quota A e Quota B, entrambi obbligatori ma calcolati in modi differenti. 

 

Contributi ENPAM Quota A

I contributi di Quota A si iniziano ad accumulare dal mese successivo all’iscrizione all’ENPAM: sono contributi minimi obbligatori per tutti gli iscritti all’Ordine, indipendentemente dal tipo di lavoro svolto (quindi anche se lavori come dipendente dovrai versarli comunque). 

L’importo dipende dalla fascia d’età e aumenta progressivamente. Gli importi aggiornati al 2025 sono:  

  • €145,81 per gli studenti 
  • €291,61 fino a 30 anni  
  • €566 nella fascia d’età 30-35 anni 
  • €1.062,12 nella fascia d’età 35-40 anni 
  • € 1.961,56 dai 40 anni fino al pensionamento 

 

A questi, va aggiunto il contributo di maternità di €95,54. 

 

Contributi ENPAM Quota B

Dall’anno successivo a quello di riferimento, dovrai versare i contributi di Quota B, proporzionali al reddito prodotto nell’anno precedente (reddito che può derivare dalla libera professione, ma anche da collaborazioni coordinate continuative o borsa di studio). 

Al tuo reddito si applica un’aliquota contributiva, che può essere: 

  • intera, corrispondente al 19,50 % 
  • dimezzata, pari al 9,75 % 
  • ridotta, che corrisponde al 2% 

 

Queste percentuali si applicano fino a un reddito massimo di €105.014,00, oltre il quale si inizia a versare l’1%. 

A seconda del tipo di lavoro svolto, puoi decidere che tipo di aliquota applicare: ad esempio, i liberi professionisti versano l’aliquota intera, mentre gli specializzandi possono scegliere se versare quella intera o dimezzata.   

Tuttavia, in alcune situazioni sei obbligato a versare l’aliquota intera, ad esempio: 

  1. lavori in sostituzione di un medico convenzionato oppure hai un incarico temporaneo che dura meno di sei mesi e non è previsto alcun rinnovo; 
  1. hai frequentato per meno di sei mesi consecutivi un corso di specializzazione o di formazione in medicina generale. 

NOTA BENE! Se operi con una convenzione ATS (come medico di base, pediatra, medico della guardia medica, dell’emergenza territoriale o specialista ambulatoriale), non devi versare tu i contributi ENPAM: ci pensa direttamente l’ATS a trattenerli e versarli. 

Infine, su questi compensi non sei tenuto a pagare la Quota B.
 

Come deve fatturare un medico con partita IVA

Devi sapere che i medici in partita iva devono iscriversi obbligatoriamente al Sistema Tessera Sanitaria.  Dopo l’iscrizione dovranno trasmettere i dati dei pazienti al Sistema Tessera Sanitaria ed emettere fatture tradizionali (quindi non elettroniche) per proteggere la privacy dei pazienti.  

Con Quickfisco questa procedura è molto facile e veloce, garantendoti di risparmiare tempo e ridurre gli errori: nella nostra piattaforma online dedicata ai forfettari, compili la fattura e trasmetti i dati dei tuoi pazienti al sistema TS in pochi click: 

Per approfondire questo tema leggi il nostro articolo Trasmissione fatture al Sistema TS: guida per il regime forfettario  

E se lavori con cliniche private, RSA, laboratori analisi o aziende in generale? In questo caso, dovrai obbligatoriamente emettere fatture elettroniche e inviarle al Sistema di Interscambio (SDI) 

Per farlo, avrai bisogno di un software di fatturazione elettronica: con l’abbonamento ALL-IN-ONE di Quickfisco puoi emettere fatture elettroniche ILLIMITATE in modo semplice e intuitivo con delle guide step by step. 

Vuoi sapere se la fattura che hai creato non presenta errori? Ti basterà scrivere alla nostra assistenza clienti su WhatsApp. 

 

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